Primavera nell’ombra


Di Paola Cerana

In questo momento tanto drammatico per tutti noi, la primavera sboccia nell’ombra, quasi del tutto inascoltata. Eppure, puntuale, è arrivata e si posa come una mano materna sulle nostre spalle a confortare col suo tepore la gravità dei nostri pensieri.
Dalla finestra di casa allungo lo sguardo fin dove le colline baciano le nuvole, gravide anche questa sera di riflessi rosei. E allaccio scorci. Spicchi di grigi, fette d’azzurri, coni di rosa, triangoli d’oro. Forme e colori diversi tra loro pennellano il cielo dopo la tempesta e la sagoma scura delle colline lacustri gioca a dar loro una vita propria, come se ogni scorcio fosse un quadro a sé stante, appeso al cielo, con una bellezza propria.


Mi ricorda la vita. Ogni squarcio di quest’etere notturno racconta un capitolo dell’esistenza. A volte grigia, altre azzurra, altre ancora rosa o d’oro. Quante le sfumature delle pagine degli avvenimenti che si susseguono, si accavallano, si mescolano e si fanno infine ricordi …
Si mescolano. Perché non è vero che ogni scorcio di cielo, che ogni capitolo di vita, che ogni ricordo dell’esistenza è un quadro chiuso, a sé stante, separato dagli altri. La vita non è una collezione di attimi, così come questi effimeri scorci lacerati dalle colline in realtà si stringono mano nella mano, a raccontarsi segreti.
Il tempo unisce le distanze, fluidifica gli eventi, allaccia i sentimenti e cambia le persone. Inevitabilmente cambia e dipinge via via il cielo di umori sorprendenti, a volte armoniosi altre contrastanti, ma mai li cancella. Perché il comune denominatore allo scorrere dei panorami, esteriori e interiori, siamo noi. Noi siamo quel cielo dietro le colline, un’unica tela dove continuare a dipingere i nostri sentimenti, quelli che animano i ricordi e li piroettano fino al prossimo scorcio imbevuto di vita. Tutto cambia, ma tutto resta e tutto continua.
E quando anche quell’ultimo scorcio sarà ricordo, ci sarà ancora il nostro sguardo ad allungarsi fin dove le colline baciano le nuvole. Magari non più gravide di ombre ma lievi come colorati arcobaleni da cavalcare per scavalcare le colline, e poter finalmente volare lassù per appendere al cielo il nostro quadro più bello.